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Z.H.P. Unlosing Ranger vs Darkdeath Evilman, siete pronti a fare gli eroi? [recensione]

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Essere un eroe non è mai facile, specialmente se si è decisamente la persona meno indicata per farlo. Esattamente quello che succede all'anonimo e muto protagonista di Z.H.P. Unlosing Ranger vs. Darkdeath Evilman pubblicato da Nippon Ichi per PSP e disponibile esclusivamente tramite download su PSN, classico dungeon crawler con un pizzico di originalità, avvolto in un contesto piacevolissimo che prende in giro i luoghi comuni del genere Sentai (quello sfruttato anche da Viewtiful Joe, per intenderci) e quelli degli RPG in generale. Sulla terra è il giorno della resa dei conti. Il terribile Darkdeath Evilman ha fatto la sua mossa, prendendo in ostaggio la superbambina che secondo una profezia salverà il mondo in futuro, le troupe televisive sono sul posto, manca solo il grande protagonista, l'eroe in grado di salvare una volta per tutte il mondo: Unlosing Ranger. Il destino è beffardo, si sa, e l'eroe muore investito da una macchina prima della battaglia, lasciando i suoi poteri a un ragazzino qualunque. Il giovane ha buona volontà, ma manca di addestramento, e così viene sconfitto dall'avversario, una, dieci, cento volte. Proprio nelle pause tra una sconfitta e l'altra si svolge il gioco vero e proprio: il nostro protagonista si troverà nel mondo dove tutti gli eroi si addestrano, sul lato oscuro della luna, dove esiste un mondo che è un riflesso del nostro e dove Etranger, allenatrice poco eroica e lo stesso Unlosing Ranger originale dovranno trasformare il malcapitato da zero a eroe facendolo passare attraverso una serie di dungeon e prove durissime, in cui la sopravvivenza è tutt'altro che ovvia. Ogni volta che una di queste verrà superata l'eroe sarà rispedito sulla terra, dove la singola epica lotta contro il malvagio verrà riaffrontata ogni volta con uno stile grafico differente, che ripercorre le ere delle console dagli 8-bit a oggi. Una volta arrivato al quartier generale, il protagonista potrà innanzitutto usufruire di una serie di strutture, che aumenteranno con il progredire del gioco, si va dalla classica casa/deposito per gli oggetti in eccesso (con moglie e figlia gentilmente fornite dalla ditta) a un laboratorio oscuro che servirà a modificare radicalmente il corpo e le capacità del nostro eroe, grazie all'impianto di oggetti volti ad aumentare la crescita delle statistiche con il progredire del gioco. Con il passare del tempo sarà possibile sbloccare sempre più slot e potenziamenti nel corpo del protagonista, e bisognerà sottoporlo spessissimo a modifiche e revisioni per aggiungere bonus e aumentarne le possibilità di sopravvivenza. Proprio la sopravvivenza costituisce una delle meccaniche fondamentali del gioco, non essendo assolutamente necessaria, anzi. Nel corso dei vari dungeon, casualmente generati, al protagonista capiterà spessissimo di perdere la vita, e con essa tutti gli oggetti presenti nell'inventario. Non tutto il male viene per nuocere, perchè a ogni uscita dai labirinti, voluta o meno, i livelli di esperienza saranno azzerati e andranno ad aggiungersi al livello totale, aumentando così le statistiche di base e il ritmo di crescita delle stesse nel proseguimento del gioco. Non finisce qui, infatti ogni volta che il giovane perderà la vita sviluppera un trauma relativo alla causa della dipartita, così che, affrontandolo e superandolo, possa godere di un bonus permanente sull'esperienza concessa dal particolare avversario o situazione. Le fobie, naturalmente sono cumulabili, e crearle e superarle è un processo fondamentale nella creazione del proprio eroe, proprio come anni di letteratura, film e fumetti ci hanno insegnato. Quello che si nasconde dietro meccaniche così particolari è però un cuore classicissimo: Unlosing Ranger è in buona sostanza un "mysterious dungeon", con tutti i pro e i contro del caso. ogni movimento costa un turno, così come effettuare attacchi e caricare le mosse speciali legate all'equipaggiamento; il personaggio ha due valori per HP e resistenza: i primi ovviamente vanno mantenuti, pena la morte del protagonista; la seconda diminuisce continuamente e una volta giunta a zero impedisce di effettuare attacchi speciali e fa sì che a ogni mossa o azione corrisponda un equivalente diminuzione degli HP. Discorso simile per gli ampi e variopinti pezzi di equipaggiamento, ognuno dei quali contribuisce, una volta indossato, ad aumentare le capacità del personaggio e a fornirlo di attacchi speciali da eseguire spendendo resistenza. Gli oggetti però con il passare del tempo si consumano e diventano sempre più inutili. Una volta raggiunto il grado zero, le possibilità saranno molteplici: sarà possibile utilizzare comunque l'oggetto per modificare il proprio personaggio, lo si potrà far riparare, o ancora semplicemente tirarlo agli avversari per far danni. Nulla di nuovo sotto il sole, ma al di là di alcune trovate originali nelle meccaniche a dare carattere a Unlosing Ranger è tutto quel che fa contorno. Una storia che diverte, personaggi colorati e ben disegnati, una grafice che fa il proprio dovere e una colonna sonore, cantata e non, che fa di motivetti orientaleggianti, epici e strampalati il proprio cavallo di battaglia; questi sono forse i punti veramente forti del gioco, e uno degli ambiti, quello del creare un'atmosfera unica, in cui Nippon Ichi riesce meglio dai tempi di Disgaea (sfido chiunque a non sorridere quando scoprirà chi è la moglie assegnata dal quartier generale al protagonista). Non manca tuttavia anche una certa patina di serietà negli argomenti trattati: nel corso delle avventure sul lato oscuro della luna dell'eroe, volte a ristabilire l'ordine nel mondo reale, i tanti personaggi incontrati andranno a comporre un quadro un po' più complesso di quanto possa sembrare inizialmente, affrontando anche temi come il bullismo, l'abbandono di minori, la mancanza di autostima e così via, sempre con uno stile leggero, che tuttavia lascia anche spazio alla riflessione. Un esperimento, un'idea, una ventata d'aria fresca che non osa troppo, ma che trova il suo perchè nei dettagli e nei particolari, da provare per gli appassionati e per chi è in cerca di un RPG che sia in grado di intrattenere pur senza deviare troppo dai binari prestabiliti. Il classico vino nuovo nella botte vecchia, insomma. O viceversa?

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